Parte un tour in carrozzina per promuovere la sicurezza sul lavoro

Oltre 4.000 chilometri, di cui quasi la metà in sedia a ruote, per dire basta agli infortuni in fabbrica, nei cantieri o nel tragitto casa-ufficio. Più i video-messaggi di tanti volti noti del mondo della cultura, dello spettacolo, della politica e dello sport, tra cui Ken Loach, Beppe Fiorello, Luciana Littizzetto, Dario Vergassola, Paolo Ruffini e gli Stadio. È il “Tour per la sicurezza sul lavoro” promosso dall’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro), che vede protagonista il presidente della Fondazione “Sosteniamoli subito”, Bruno Galvani, in carrozzina dall’età di 17 anni a causa di un grave incidente in una piccola azienda artigiana dopo solo sei mesi di “carriera” professionale come operaio. Ma c’è anche il brano “Qualcosa cambierà” di Skuba Libre, il rapper finalista all’edizione di Italia’s Got Talent dell’anno scorso, e l’invito ai giovani, agli studenti e non solo di realizzare alcune coreografie affinché diventino altrettanti flash mob per una nuova iniziativa virale in tema di sicurezza sul lavoro.

Indennizzare anche i genitori non a carico

Partito da Monfalcone (Gorizia), questo pellegrinaggio laico attraverserà l’Italia e toccherà i principali luoghi-simbolo che per numero di infortuni mortali, malattie professionali o devastazioni ambientali sono stati teatro di tragedie: Livorno, Genova, Torino, Porto Marghera, Taranto. Un viaggio di oltre 40 tappe che terminerà il 17 giugno a Roma con la consegna, alla Camera, delle firme raccolte dall’associazione a sostegno della prevenzione degli infortuni sul lavoro e della tutela delle vittime: una petizione – che può essere sottoscritta in tutte le sedi Anmil oppure online – voluta per chiedere iniziative di formazione nelle scuole, più attenzione ai rischi specifici ed emergenti a cui sono esposte le donne e il riconoscimento di un indennizzo ai genitori o congiunti di primo grado non a carico dei lavoratori deceduti (attualmente la rendita spetta al coniuge o ai figli dell’assicurato e, solo in assenza di questi, ai genitori, ma esclusivamente se sono a carico del defunto; ciò significa che a fronte della morte di lavoratori senza familiari a carico, l’Inail riconosce solo una tantum a copertura delle spese per il funerale).

Oltre 2.500 morti bianche nel 2015

«Purtroppo di sicurezza sui luoghi di lavoro si parla sempre poco: eppure sono stati 1.172 i lavoratori in Italia che hanno perso la vita nel 2015 per via di un infortunio, con un aumento del 16% rispetto al 2014, e circa 1.500 le persone decedute per malattie professionali – ha fatto notare il numero uno dell’Anmil Franco Bettoni –. Uno stillicidio che si consuma di anno in anno nel silenzio dei media e con uno scarso impegno generale affinché questi numeri cambino. Quasi che le “morti bianche” siano tragedie inevitabili. Niente di più sbagliato: non c’è incidente sul lavoro o malattia professionale che non possano essere evitati con un giusto approccio alle misure preventive e con la consapevolezza che i rischi possono essere gestiti». Insieme a Galvani, e al camper che l’accompagna in quest’avventura, c’è anche il regista Luigi Pastore, impegnato nel realizzare le riprese per quello che diventerà un docu-film sul tour.

Fonte CORRIERE DELLA SERA

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